L’importanza di ambienti supportivi per ragazz* LGBT

L’adolescenza è per tutti un viaggio sulle montagne russe, dove gli alti sono molto alti (provate a ricordare quando avete scoperto che la vostra cotta era ricambiata) e dove i bassi sono molto bassi (come quando siete venuti a sapere che eravate oggetto di un pettegolezzo cattivo). Questo vale a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere dell’adolescente. Tuttavia, nell’esperienza di ragazz* gay, lesbiche, bisessuali e transgender, la discriminazione, lo stigma e altre esperienze stressanti possono ridurre il numero degli “alti” e aumentare il numero dei “bassi”.

Come è ovvio pensare, non è un percorso obbligato, non tutti gli adolescenti devono per forza passare attraverso esperienze di questo tipo, ma ciò dipende maggiormente da quello che fanno le persone intorno a loro piuttosto che da quello che fanno loro in prima persona. Mi spiego meglio: sta all’ambiente circostante costruire e mantenere degli spazi in cui gli/le adolescenti LGBT possano sentirsi al sicuro, sia che sia la casa, la scuola o la comunità sociale di cui fanno parte. Ciò ovviamente dovrebbe iniziare a livello legislativo, anche se si sta aspettando da troppo tempo una legge che punisca l’omo-bi-transfobia, che trova sempre un “buon” motivo per venire annacquata e/o rinviata.

Quindi, che ci resta da fare? Le azioni da mettere in campo sono diverse a seconda del ruolo che si ha nella vita di un adolescente LGBT:
– un genitore o un familiare possono farli sentire al sicuro semplicemente ricordando loro che il loro amore è incondizionato, a prescindere dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere. Questo è un elemento protettivo importantissimo, tanto che alcune ricerche hanno dimostrato che ragazz* che avevano ricevuto il supporto della loro famiglia stavano fisicamente meglio erano generalmente più accettati e si accettavano di più di altri che non lo avevano avuto (che mostravano depressione, abuso di droga e alcol, e pensieri suicidari).

– un insegnante potrebbe fare una grossa differenza, visto che la maggior parte dello stigma e della discriminazione si verificano proprio a scuola: creare un ambiente inclusivo, in cui la discriminazione (non solo verso gli/le student* LGBT) e il bullismo non sono tollerati, intavolare discussioni coi ragazzi per abbattere i pregiudizi alla base dello stigma, proiettare film in cui si affrontano temi sensibili, possono essere dei modi efficaci per ridurre lo stress e aumentare i momenti di confronto in cui gli adolescenti LGBT non si sentano esclusi o discriminati.

– altri adulti (allenatori, educatori, animatori, …) possono comportarsi in modo simile agli insegnanti, creando ambienti in cui la discriminazione e il bullismo non sono tollerati, creando occasioni di dialogo su temi e argomenti sensibili e favorendo gli scambi positivi fra coetanei.

Questi comportamenti possono essere efficaci non solo nell’immediato, ma anche sul lungo periodo, tanto che è emerso dalle ricerche citate prima che le persone che hanno fatto coming out durante le scuole superiori avevano meno probabilità di mostrare segni di depressione, e al contrario mostravano un’autostima più solida e una maggiore soddisfazione rispetto alla propria vita in generale.

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